La Fondazione Fidapa, fondata nel 1988, è Onlus dal 1998 e ha lo scopo di aiutare le donne ad inserirsi e reinserirsi nel mondo del lavoro.

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Reggio – Consegnate dalla Fidapa tre borse di studio a giovani laureandi

 La sezione reggina della Fidapa guidata dalla presidente Bruna Siviglia consegna tre borse di studio a giovani laureandi consentendo loro di migliorare la formazione all’estero. Presso la sala Atelier dell’Università “Mediterranea”, questo pomeriggio, il Prorettore all’internazionalizzazione dell’Università Carlo Francesco Morabito, il presidente del Tribunale Luciano Gerardis, la Presidente nazionale della Fondazione Fidapa, avvocato Maria Candida Elia e il Direttore del Centro Monoriti Angelo Viglianisi Ferraro, hanno premiato gli studenti Francesco Postorino, Pietro Alessandro Fulco e Giada Iacona, “un riconoscimento che non solo vuole ricordare tre nostri ragazzi prematuramente scomparsi, Chiara Arcadi, Paolo Cuzzola, Luigi Mory ma anche premia tre eccellenti studenti dell’ateneo che, dopo un’attenta selezione effettuata secondo criteri assolutamente meritocratici, potranno migliorare il loro bagaglio culturale all’estero”. La giornata si inserisce nell’alveo delle iniziative del Dipartimento DiGiEc volte alla internazionalizzazione e alla promozione della mobilità all’estero degli studenti e dei docenti dell’Università “Mediterranea”. Una bella sinergia che mette insieme quindi, l’Università “Mediterranea”, la Fidapa di Reggio Calabria ed il Centro Monoriti, con la collaborazione delle principali associazioni studentesche dell’Ateneo reggino, e allo stesso tempo consente di assegnare un bonus di 500 euro (assegni, istituiti dalla Fidapa di Reggio Calabria e dalla Fondazione nazionale) a tre giovani laureandi che perfezioneranno le loro conoscenze all’estero.
“L’intento della Fidapa è di sostenere i ragazzi dell’Università reggina organizzando progetti e creando opportunità in Paesi stranieri dove potranno interfacciarsi con altre realtà studentesche – continua la presidente Siviglia – Una delle tre borse di studio c’è stata donata dalla Fondazione nazionale Fidapa e per questo, ringrazio sia la presidente Elia che il consiglio di amministrazione che ha sposato il progetto sostenendo i nostri giovani. Abbiamo voluto privilegiare gli studenti e la nostra Università perché riteniamo che sia un polo culturale eccellente che offre ottime possibilità ai nostri talentuosi ragazzi e che, negli anni, ha dimostrato grazie ad un pregevole corpo docente il suo valore. La Fidapa guarda al futuro perché questo è dettato dalle nuove generazioni. E’ compito nostro sostenerli fornendo loro nuove chance”.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’avvocato Elia che ribadisce la necessità “di incidere sul territorio producendo attività e condividendo sinergicamente con l’università ambiti di intervento che ci consentano di raggiungere compiti statutari”.
“Gli scambi interculturali sono importantissimi per la formazione di ogni singolo individuo e sono certo che i nostri ragazzi si faranno apprezzare e conoscere dai colleghi esteri – afferma il delegato Erasmus, Viglianisi Ferraro che ha assegnato inoltre cinque borse di studio del Centro Monoriti a copertura parziale dei costi di partecipazione di altrettanti giovani a viaggi-studio all’estero (Giuseppe Abramo, Francesca Cappello, Daniela Imeneo, Felicita Tavella, Antonio Tripodi) – Umberto Eco diceva: in questo universo globalizzato, esistono ancora fratture abissali e incolmabili tra cultura e cultura. L’importante è che ci sia il flusso della conoscenza per salvare i popoli dalla desertificazione”.
In conclusione, è il prorettore all’internazionalizzazione dell’Università Carlo Francesco Morabito a sottolineare l’importante lavoro di “favorire l’internazionalizzazione degli studenti sviluppando iniziative che consentono ai laureandi di vivere in altri paesi europei. Con il rettore Catanoso abbiamo investito molto nel settore internazionalizzazione anche perché la nostra Università è in un territorio oggettivamente marginale e i nostri studenti devono capire che, andando fuori, non sono da meno rispetto agli altri. Devono soltanto conoscere, fare proprio ciò che apparentemente disconoscono, e attraverso questi interscambi culturali rafforzare le proprie identità”.

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